Sperimentazione 2023-2024
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Gli orti sperimentali
Come abbiamo progettato gli orti ali fini della ricerca in Aridcoltura
Nel tempo abbiamo selezionato specie e cultivar che già di per sé presentavano un basso fabbisogno idrico, provenienti da coltivazioni in zone dal clima arido, portandole di anno in anno, con una selezione mirata, ad avere una spiccata tollenza allo stress idrico, il più basso fabbisogno di irrgazione per ogni specie, con una perdita trascurabile e sempre conveniente rispetto a coltivazioni convenzionali. Siamo quindi a distribuire le nostre varietà, le prime ortive selezionate dalla sperimentazione, evoluzioni di varietà antiche (heirloom), dotate di una elevata plasticità che ci ha permesso non solo di arrivare a risultati tangibili e concreti ma anche di permettere ai fruitori di continuare in proprio le selezioni di anno in anno, le sementi infatti sono riproducibili in autonomia, così da avere pinate sempre più acclimatate al pedoclima del luogo di coltivazione e alle esigenze dello stesso coltivatore.
Di seguito andremo ad illustrare, punto dopo punto, la nostra ricerca e gli accorgimenti da seguire in tutto il ciclo di coltivazione.
Per una corretta crescita, maturazione e gestione della coltivazione è fondamentale conoscere il proprio terreno, effettuare adatte lavorazioni e concimazioni, progettare un adatto sistema di irrigazione, eseguire una corretta semina e trapianto delle giovani piantine e predisporre la pacciamatura per le colture, Aridocoltura è infatti, l'insieme di pratiche agronomiche improntate sulla sostenibilità (e sempre compatibili con la certificazione biologica) e cultivar selezionate per all'uopo.
Il cambiamento climatico mette a dura prova le aziende agricole sul territorio italiano e non solo. Nella nostra nazione si sono registrate stagioni dove la percentuale di precipitazione è stata ridottissima e soprattutto concentrata in poche giornate, portando in molte aree un forte deficit idrico costringendo le persone a razionare l’acqua potabile in casa. Il fatto che circa il 70% dell'acqua consumata sulla Terra è impiegata per l'uso agricolo è il principale motivo che ci ha portato a scommettere e a impegnarci nella ricerca della selezione di specie adatte per l’Aridocoltura. La crisi idrica a cui stiamo assistendo in questi anni ci fa comprendere quanto ci sia reale e tangibile bisogno di acqua, una necessità che crescerà sempre di più portando la popolazione mondiale e gli agricoltori in seria e crescente difficolta.
Vogliamo distribuire i primi innovativi prodotti risultati della continua ricerca di sementi coltivate in Aridocoltura per poter fornire strumenti utili ad affrontare le nuove difficoltà portate dal continuo cambio climatico e dalla complicata situazione geopolitica.
Schema linee Sperimentazione Pomodoro
Prode dei pomodori nell'orto sperimentale
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Abbiamo utilizzato le sonde di Plantae, per avere dati scientifici ed analizzabili cosi da poter dare informazioni e parametri veritieri. Le sonde sono state collocate una per la linea di coltivazione con copertura fatta dal biotelo ed una dalla paglia, entrambe non irrigate. Questo per riuscire a valutare visivamente e con grafici quali sistema presentasse maggiori benefici per la coltura.
Le linee di coltivazione irrigate venivano fatte a cicli standardizzati ogni 6 giorni per simulare le irrigazioni date in campo nella coltivazione comune di questa coltura.
Secondo il nostro studio le linee di coltivazione con biotelo presentano le seguenti caratteristiche se confrontate alle linee di copertura con paglia:
- circa il 60% in meno di piante infestanti
- la crescita della plantula è più veloce
-meno attacchi funginei, soprattutto durante le prime fasi
- minor mantenimento dell’umidità nel terreno
Un ulteriore aspetto da non sottovalutare del biotelo rispetto alla paglia è il tempo di messa a dimora che può essere più facilmente meccanizzato rendendolo così meno costoso ed utilizzabile per grandi appezzamenti ti terreno.
Di seguito visualizzeremo dei grafici a supporto dello studio ottenuto grazie alle sonde di Plantea, e illustreremo i grafici che rappresentano la temperatura superficiale e l’umidità nel terreno.
Grafico temperatura superficiale
FOTOGRAFICO
Come si evince dal grafico abbiamo avuto temperature che oscillavano dai 15-16° ai 42° per quanto riguarda il biotelo nero, e dai 17-18° ai 40 per quanto riguarda la copertura in paglia.
Grafico umidità nel terreno
FOTOGRAFICO
Come vediamo dal grafico la copertura con paglia riesce a trattenere più umidità rispetto alla pacciamatura con biotelo. Nel grafico possiamo vedere le fasi di picco, che chiaramente coincide a quando abbiamo irrigato o c’è stata una pioggia. In tutto abbiamo effettuato 4 cicli da 3 ore di irrigazione ciascuno, corrispondenti ai picchi presenti nei grafici.
PESO RACCOLTO
Sono stati pesati i pomodori raccolti in base al tipo di copertura del suolo ed ovviamente alle linee di coltivazione irrigate e non irrigate
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FOTO RACCOLTO IN CASSETTE
Dopo la raccolta abbiamo preso n°10 pomodori in varie cassette per ognuna delle 4 le categorie sopra classificate e misurato il grado brix, come elencato nella tabella sottostante:
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Abbiamo fatto inoltre prove di conservazione dopo la raccolta. Con temperature intorno ai 30 ° post raccolta abbiamo lasciato varie cassette in una posizione con ombreggiatura costante in un luogo esterno, precisamente sotto una quercia. I pomodori si sono mantenuti per circa 5 giorni senza presentare sintomi di marcescenza e decadenza di qualità. Il prossimo anno vogliamo sviluppare questa ricerca al fine di favorire ulteriormente la conservazione del prodotto con qualche accortezza su cui stiamo lavorando.
FOTO POMODORO CON DIMENSIONE
Questo pomodoro in media è di …..cm per tutti i pomodori nei 4 gruppi, media che è stata misurata grazie alla selezione di 10 pomodori per gruppo di sperimentazione.
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TABELLA DIMENSIONE POMODORO
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Conclusione ed obbiettivi prefissati per il prossimo anno
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È stato riscontrato che la produzione non è stata condizionata in modo incisivo dall’irrigazione con differenza di raccolto inferiore al 10% con pomodori coltivati in Aridocoltura che hanno mostrato un grado Brix più alto almeno di 0.5/1 grado Brix. La conservazione sembra sostanzialmente uguale ma il prossimo anno avremo dati più certi e misurabili e saremo in grado di vedere se è possibile che il coltivato in Aridocoltura abbia conservazioni maggiori.
Un altro punto che vogliamo sicuramente sperimentare è il sistema di copertura del terreno. Siamo rimasti favorevolmente colpiti dagli effetti del biotelo, soprattutto nei primi mesi di coltivazione, perché favorisce la crescita delle piantine ed il loro sviluppo, la messa a dimora semplice e meccanizzabile e blocca la crescita delle erbe infestanti almeno il 60% in più rispetto alla paglia. Un aspetto negativo è tuttavia rappresentato dal colore dato che il nero, soprattutto nei mesi più caldi, riscaldava troppo lo strato superficiale del terreno. Per questo motivo è in programma la sperimentazione dell’utilizzo anche di un biotelo di colore bianco che possa riflettere le radiazioni solari diminuendo non solo la temperatura del terreno, ma anche infastidendo, grazie al sole che riflette sul biotelo bianco, gli insetti dannosi che si vanno a posizionare nella lamina fogliare inferiore non a contatto con il sole diretto.
Abbiamo pertanto già ottenuto dei risultati straordinari per delle colture aventi solo concimazione di fondo, nessuna legatura e trattamenti ed irrigazioni pressocchè inesistenti. Gli unici costi sostenuti sono stati il biotelo con relativa messa a dimora, concimazione di fondo e, infine, la raccolta di un prodotto che ha avuto una resa inaspettatamente positiva.
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Cocomero del Deserto (C. lanatus),
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Abbiamo predisposto per lo studio n°8 file di cocomero, in ogni fila sono state piantate in media 40 piantine. Il sesto di impianto è 1m sulla fila e 1,5 m. tra le file. Le prode di coltivazione sono composte da due linee pacciamate con biotelo alternate con due linee pacciamate con fieno (nello specifico erba medica). Per quanto riguarda l’irrigazione avviene a file alternate, ottenendo quindi in totale 4 prode irrigate ed altre 4 no.​​
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FOTO ORTO
La coltivazione e la resa di questa Anguria ci ha sorpreso per la sua versatilità ed adattabilità nella coltivazione. Ricordiamo che è stata effettuata solo una concimazione iniziale di fondo e successivamente non abbiamo apportato alcun tipo di nutrizione. E’ stato operato nel seguente modo:
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Le prime 4 linee di coltivazione sono state potate a ¾ del ciclo di coltivazione selezionando due linee che già avevano allegato un frutto
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Le ultime 4 linee non hanno subito alcun tipo di potatura
Differenze sostanziali non sono state evidenziate tra le linee potate e non in cui si è riscontato una differenza di diametro degli ortaggi sull’ordine di circa il 10%. C’è quindi stato un raccolto simile, probabilmente determinato dal campionamento ridotto. E’ pertanto necessario fare ulteriori verifiche e per questo motivo, il prossimo anno riproporremo lo studio ma con un campione più grande. Altro motivo certo per questa uguaglianza di resa e diametro del raccolto, è senza alcun dubbio la conseguenza di attacchi della fauna selvatica, in modo specifico di cornacchie che hanno autoselezionato le angurie nelle linee non potate e ne hanno danneggiati circa il 20% nelle linee potate. In totale la fauna è responsabile della perdita del 40 % della produzione. Abbiamo risolto, o perlomeno notevolmente ridotto, questo problema con l’utilizzo di dissuasori comunemente reperibili in molte agricole.
Vogliamo evidenziare che la fase vegetativa di questa coltivazione non è invasiva come invece avviene in molte altre varietà di anguria, con conseguenti vantaggi di gestione e di ottimizzazione della coltura. Inoltre non avere una fase vegetativa molto invasiva permette di concentrare i nutrimenti ai frutti accorciando la fase di coltivazione.
Questa resistenza all’aridità è data dal notevole spessore della buccia, azione importante che aiuta la resistenza del frutto alle forti piogge che porterebbero le normali angurie a rompersi per il troppo accumulo di acqua.
Abbiamo utilizzato le sonde di Plantae, per avere dati scientifici ed analizzabili al fine di poter dare informazioni e parametri veritieri. Le sonde sono state collocate una per la linea di coltivazione con copertura fatta dal biotelo ed una dalla paglia, entrambe non irrigate. Questo per riuscire a valutare visivamente e con grafici quali sistema presentasse maggiori benefici per la coltura.
Le linee di coltivazione irrigate venivano fatte a cicli standardizzati ogni 6 giorni per simulare le irrigazioni date in campo nella coltivazione comune di questa coltura.
Secondo il nostro studio le linee di coltivazione con biotelo presentano le seguenti caratteristiche se confrontate alle linee di copertura con paglia:
- circa il 60% in meno di piante infestanti
- la crescita della plantula è più veloce
-meno attacchi funginei, soprattutto durante le prime fasi
Di seguito visualizzeremo dei grafici a supporto dello studio ottenuto grazie alle sonde di Plantea, e illustreremo i grafici che rappresentano la temperatura superficiale e l’umidità nel terreno.
Grafico temperatura superficiale
FOTOGRAFICO
Come si evince dal grafico abbiamo avuto temperature che oscillavano dai 15-16° ai 42° per quanto riguarda il biotelo nero, e dai 17-18° ai 40 per quanto riguarda la copertura in paglia.
Grafico umidità nel terreno
FOTOGRAFICO
Come vediamo dal grafico la copertura con paglia riesce a trattenere più umidità rispetto alla pacciamatura con biotelo. Nel grafico possiamo vedere le fasi di picco, che corrisponde a quando abbiamo irrigato o c’è stata una pioggia. In tutto abbiamo effettuato 4 cicli da 3 ore di irrigazione corrispettive ai picchi presenti nei grafici.
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Abbiamo effettuato il conteggio dei frutti a maturazione e poi successivamente pesati. Il conteggio è stato fatto per fila per avere infine 4 gruppi di angurie: irrigate e non irrigate con paglia, irrigate e non irrigate con biotelo.
Il riscontro è sicuramente positivo per il biotelo, in questo caso non abbiamo avuto particolari differenze di riscaldamento del suolo a seguito delle radiazioni solari perché di per sé questa coltura tende a coprire il suolo. Di fatti l’utilizzo del biotelo ha aiutato la piantina nelle prime fasi di coltivazione evitando l’insorgenza di erbe infestanti e riducendo notevolmente le malattie funginee. Anche in questo caso il prossimo anno estenderemo la ricerca con l’utilizzo di biotelo di colore bianco.
PESO RACCOLTO
Sono stati pesati i cocomeri raccolti in base al tipo di copertura del suolo ed ovviamente alle linee di coltivazione irrigate e non irrigate.
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SCHEMA PESO RACCOLTO
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È stata misurata la circonferenza dell’ortaggio, sono stati presi 6 campioni per gruppo di coltivazione e poi è stata calcolata la media.
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SCHEMA DIMENSIONI COCOMMERO
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Dopo la raccolta abbiamo preso n°6 cocomeri per ognuna delle 4 le categorie sopra classificate e misurato il grado brix che andremo ad elencare nella tabella sottostante:
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Conclusione ed obbiettivi per il prossimo anno
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È stato riscontrato che la produzione non è stata condizionata in modo incisivo dall’irrigazione con differenza di raccolto inferiore al 20%; I cocomeri coltivati in Aridocoltura hanno mostrato un grado Brix più alto almeno di 0.5/1 grado Brix. Fattore che ha un po' condizionato la ricerca è stato l’attacco della fauna selvatica, principalmente di cornacchie ma anche di istrici. Il prossimo anno interverremo subito con dissuasori per arginare questo problema.
Un altro punto che vogliamo sicuramente sperimentare è il sistema di copertura del terreno. Siamo rimasti favorevolmente colpiti dal biotelo. Non solo nelle prime fasi di crescita, ma in tutto il ciclo colturale, il biotelo ha favorito la crescita delle piantine ed il loro sviluppo, la messa a dimora semplice e meccanizzabile e blocca la crescita delle erbe infestanti almeno il 60% in più rispetto alla paglia. E’ in programma l’utilizzo di un biotelo di colore bianco per sperimentare anche questo sistema di copertura e verificare si ci siano miglioramenti.
Per concludere abbiamo ottenuto dei risultati straordinari per delle colture aventi solo concimazione di fondo ed irrigazioni pressocchè inesistenti. Gli unici costi sostenuti sono stati il biotelo con relativa messa a dimora, concimazione di fondo e raccolta del prodotto.
Il prossimo anno faremo ulteriori prove sulla conservazione del prodotto, sia in luoghi ad atmosfera controllata che senza il controllo del microclima.
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Fagiolo Tepari
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​Abbiamo predisposto per lo studio n°4 file di fagiolo, in ogni fila sono state piantate in media 130 piantine. Il sesto di impianto è 0.3m sulla fila e 1,5 m. tra le file. Le prode di coltivazione sono composte da due linee pacciamate con biotelo alternate con due linee pacciamate con fieno (nello specifico erba medica). Per quanto riguarda l’irrigazione avviene a file alternate, ottenendo quindi in totale 2 prode irrigate ed altre 2 no.
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FOTO ORTO
Le prime differenze risaltate all’occhio nudo era la presenza di infestanti, notevolmente inferiore, almeno dell’80%, nelle file con biotelo. La presenza di fallanze era anch’essa maggiore nelle prode coltivate in paglia rispetto al biotelo.
Questa varietà di fagioli ha un ciclo colturale molto corto, tanto è vero che dalla fase di attecchimento della piantina alla fase di raccolta passano neanche 90 giorni. Essendo poi la varietà di fagioli nani, non c’è bisogno di sostegni. La loro crescita copre il letto di coltivazione andando ad oscurare il biotelo scuro nei periodi di maggior calore sopperendo così, come nel cocomero e nel melone, al problema di riscaldamento derivanti dal biotelo nero e di cui abbiamo già parlato.
Le uniche azioni agronomiche fatte in questa coltivazione, dopo le opportune lavorazioni del terreno, sono state la concimazione di fondo, la pacciamatura del terreno con biotelo o paglia ed infine la raccolta.
Le linee non irrigate non hanno mai avuto acqua se non con l’azione delle piogge.
Le linee di coltivazione irrigate venivano fatte a cicli standardizzati ogni 8 giorni per simulare le medesime situazioni date in campo nella loro coltivazione comune.
Secondo il nostro studio le linee di coltivazione con biotelo presentano le seguenti caratteristiche se confrontate alle linee di copertura con paglia:
- circa il 60% in meno di piante infestanti
- la crescita della plantula è più veloce
-meno attacchi funginei, soprattutto durante le prime fasi
PESO RACCOLTO
Sono stati pesati i Fagioli raccolti in base al tipo di copertura del suolo ed ovviamente alle linee di coltivazione irrigate e non irrigate.
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â€‹È stata misurata la circonferenza dell’ortaggio, sono stati presi 12 campioni per gruppo di coltivazione e calcolata la media aritmetica.
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SCHEMA DIMENSIONI FAGIOLO
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FOTO DIMENSIONI FAGIOLO
Conclusione ed obbiettivi per il prossimo anno
È sorprendente constate come la ricerca ci ha portato a scoprire le qualità di questa varietà di fagioli, e l’aggettivo che più li caratterizza e gli si addice è quello di “rusticità”. Sono coltivar che richiedono pochissime, se non nulle attenzioni. L’importante, come per ognuna delle nostre sementi in Aridocoltura, è l’epoca di trapianto che deve avvenire in concomitanza con le piogge per favorirne l’attecchimento.
Anche per questa coltura il prossimo anno estenderemo il terreno di coltivazione apportando così più linee per l’analisi e la ricerca.
Opteremo anche in questo caso per la pacciamatura con biotelo nero, bianco ed in paglia. Quest’ultimo proprio per valutarne quest’aumento di peso, nonostante la presenza di fallanze, maggiore nel sistema di pacciamatura con paglia rispetto al biotelo.
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Melone Casaba Hopi (C. melo)Cicerchia Gigante delle Murge (L. sativus),
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Abbiamo predisposto per lo studio n°4 file di melone, in ogni fila sono state piantate in media 50 piantine. Il sesto di impianto è 0.8m sulla fila e 1,5 m. tra le file. Le prode di coltivazione sono composte da due linee pacciamate con biotelo alternate con due linee pacciamate con fieno (nello specifico erba medica). Per quanto riguarda l’irrigazione avviene a file alternate, ottenendo quindi in totale 2 prode irrigate ed altre 2 no.
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FOTO ORTO
Questa in assoluto è la coltivazione che ci ha regalato molte sorprese positive, perché oltre ad essere adatta per l’Aridocoltura, rustica nel sistema di coltivazione senza essere potata in alcun modo, garantisce un prodotto che ha un sapore e profumo unico nel suo genere.
Questi ortaggi sono stati anche meno attaccati dalla fauna grazie al pronto utilizzo di dissuasori che hanno salvato questo prezioso raccolto.
Le uniche azioni agronome svolte per quest’ortaggio sono state solo, dopo la lavorazione del terreno, una concimazione di fondo, pacciamatura con biotelo e paglia, raccolto dell’ortaggio. Non sono state fatte potature di alcun tipo.
La fase vegetativa di questo ortaggio è nella norma, la copertura è maggiore rispetto al cocomero del deserto. Il trapianto di questo ortaggio è stato fatto nel mese di giugno dove le temperature erano già molto alte, motivo per il quale la copertura del suolo non è stata adeguatamente veloce da coprire il terreno prima dei grandi caldi. Questo ha portato le due linee con biotelo nero a risentire delle temperature alte nel primo mese di coltivazione, con la situazione che si è andata poi ad equiparare rispetto alle altre linee pacciamate con paglia nel proseguimento e nella conclusione del ciclo di coltivazione
Un fattore che accomuna le cucubbitacee resistenzi all’Aridocoltura è lo spessore della buccia; Anche in questo caso il melone presenta una buccia più spessa, che lo aiuta a resistere alle forti piogge come nel caso del cocomero.
Le linee di coltivazione irrigate venivano fatte a cicli standardizzati ogni 5 giorni per simulare le irrigazioni date in campo nella loro coltivazione comune. Le linee in Aridocoltura sono state irrigate al bisogno 4 volte in tutto il ciclo di coltivazione per un tempo di 3 ore.
Secondo il nostro studio le linee di coltivazione con biotelo presentano le seguenti caratteristiche se confrontate alle linee di copertura con paglia:
- circa il 60% in meno di piante infestanti
- la crescita della plantula è più veloce
-meno attacchi funginei, soprattutto durante le prime fasi
- aumento di temperatura negli strati sottostanti del terreno, specialmente se si fanno trapianti tardivi
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Abbiamo effettuato il conteggio dei frutti a maturazione e poi successivamente pesati. Il conteggio è stato fatto per fila per avere infine 4 gruppi di melone: irrigate e non irrigate con paglia, irrigate e non irrigate con biotelo.
Il campione è risultato essere troppo piccolo per valutare se è migliore il biotelo rispetto alla paglia per la pacciamatura, motivo per il quale il prossimo anno estenderemo la ricerca soprattutto per questa coltivazione.
PESO RACCOLTO
Sono stati pesati i meloni raccolti in base al tipo di copertura del suolo e alle linee di coltivazione irrigate e non irrigate.
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SCHEMA PESO RACCOLTO
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È stata misurata la circonferenza dell’ortaggio, presi 6 campioni per gruppo di coltivazione e infine sviluppata la media.
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SCHEMA DIAMETRO MELONE
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FOTO MISURAZIONE MELONE
Dopo la raccolta abbiamo preso 6 meloni per ognuna delle 4 le categorie sopra classificate e misurato il grado brix che è stato riportato nella tabella sottostante:
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SCHEMA GRADO BRIX MELONE
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Conclusione ed obbiettivi per il prossimo anno
Questo ortaggi ci ha stupito, come abbiamo detto, soprattutto per il gusto e la facilità di coltivazione. Siamo curiosi per gli sviluppi e ansiosi di destinare più spazio a questo ortaggio nel nostro orto anche per le prove del prossimo anno. Vogliamo effettuare ulteriori test anche sulla conservazione in vari ambienti e microclimi.
C’è il rimpianto per aver dedicato quest’anno solo 4 file lunghe 40 metri a questa coltivazione che vediamo essere molto promettente.
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